zaterdag 28 april 2012

Il sottile fascino dello spamming.



Ci mobilitiamo giustamente per le stragi degli agnelli nel periodo pasquale, per le stragi di cani in Ucraina, per le stragi dei cervi ecc, ma sappiamo bene che le stragi accadono ogni giorno, ogni secondo.

Le cosidette "bestie da allevamento" vengono in tutto il mondo costantemente schiavizzate, torturate ed uccise a sangue freddo per fornire cibo agli esseri umani. Per non parlare dei poveri pesci.

Milioni, miliardi di meravigliosi animali, che ogni giorno, ogni singolo istante sono vittima del più grande genocidio della storia dell'umanità.

A chi ama gli animali basta entrare in un qualunque supermercato per essere assalito da un enorme senso di frustrazione, rabbia, disgusto e sconforto. Grasse massaie riempiono i loro carrelli di cadaveri, elargiscono il loro denaro agli assassini e se ne vanno a casa a cucinare i brandelli dei nostri amici.

Non possiamo fare niente. Non possiamo metterci ad urlare, non possiamo chiamare la polizia. Ci rinchiuderebbero in una clinica psichiatrica. La stragrande maggioranza degli uomini e delle donne di questo pianeta vive in uno stato catatonico/ipnotico per cui uccidere e mangiare un animale è normale, giusto e sacrosanto.

Viviamo in un mondo criminale e dobbiamo tacere. Per la nostra stessa sopravvivenza dobbiamo limitarci  a discutere nei nostri blog, e quasi sempre queste nostre discussioni sono totalmente ignorate dalle persone a cui, invece, queste discussioni sarebbero rivolte.

Per questo è necessario passare all'attivismo. L'attivismo è per me l'evoluzione naturale di chi diventa prima vegetariano e poi vegan. Non per imporre le nostre idee, non per il nostro ego, ma per i miliardi di animali che non hanno voce e che hanno un disperato bisogno della nostra voce.

Possiamo fare attivismo in tantissimi modi. C'è chi, tanto di cappello, è disposto addirittura a farsi arrestare e sfida la legge, si introduce negli allevamenti, libera gli animali ecc. C'è chi diffonde volantini. C'è chi scrive nei blog. C'è chi organizza campagne di sensibilizzazione ed eventi.

Ognuno di noi può scegliere a quale forma di attivismo dedicarsi, unendosi a gruppi già presenti sul territorio, creandone di nuovi ecc. 

L'avvento di internet ci consente oggi di fare sentire la nostra voce (ovvero quella dei nostri amici animali) in modo più ampio e multiforme di un tempo. Le possibilità sono a dir poco infinite. Social Media, blog, forum, sono territori dentro i quali è possibile aggirarsi e diffondere messaggi di consapevolezza. Anche questo è attivismo.

Personalmente ho sempre la sensazione di non fare abbastanza. Ogni tanto pubblico un post sul mio blog, partecipo alle discussioni, mi unisco a qualche manifestazione, parlo con le molte persone con le quali vengo a contatto, ma il senso di frustrazione rimane.

Il lavoro da fare è talmente ciclopico che cadono le braccia. Gli esseri umani vengono sin dalla culla indottrinati alla cultura della morte e del massacro, e arrivano allo stadio adulto completamente schiavi dei paraocchi che sono stati loro imposti.

Per questo affermo che per noi, e solo per noi, spammare sia lecito e chissà quasi doveroso. 

Quando capito su un blog cosidetto gastronomico mi viene sempre voglia di lasciare un commento anonimo  pieno di insulti. Poi penso che non si fa, che non è lecito, che è anzi controproducente. Così abbandono quelle pagine di morte e disgusto e me ne torno sui blog degli amici vegani, ma il senso di rabbia e frustrazione rimane. Eccome.

Allora ritengo che in questi casi spammare sia consentito. Per via anonima, creando un account ad hoc, mettendoci il proprio nome e cognome, ognuno come gli pare, ritengo personalmente che questa rabbia vada in qualche modo sfogata.

Un po' per proteggerci da una malattia degenerativa. Un po' nel tentativo, attraverso qualche metaforico schiaffone, di far svegliare qualcuno.

Come si può tollerare lo schifo dei blog gastronomici, l'ipocrisia dei cattolici, l'ignavia dei meditatori e spiritualisti vari? Se tentiamo di aprire una discussione nei loro blog veniamo costantemente bannati, censurati o messi comunque a tacere. Le regole della cosidetta netiquette, ovvero del galateo della rete, imporrebbero di astenersi dal commentare in luoghi in cui certi commenti non vengono graditi.

Secondo tali regole dovremmo rimanere nei nostri luoghi, e commentare tra di noi. Ma noi queste cose già le sappiamo. Da qui la frustrazione. Mi assumo quindi la responsabilità di affermare che per noi queste regole hanno un valore esiguo se non nullo.

Per spammare su questi siti occorre avere le spalle larghe. Arriveranno valanghe di insulti, e con ciò? Se scegliamo la forma anonima, o quella pseudo-anonima di creare un account fittizio, non abbiamo da temere ritorsioni di sorta. E poi, si possono lasciare messaggi a valanga senza necessariamente dover ritornare a vedere cosa è accaduto dopo il nostro passaggio. Certi messaggi verranno cancellati o nemmeno pubblicati, ma l'autore del blog li avrà comunque letti. Altri messaggi saranno ignorati. Altri messi alla gogna. Però qualcuno, anche una sola persona, li leggerà.

Nulla poi impedirebbe di creare una piccola rete personale in cui, attraverso messaggi privati, si potrebbe comunicare a qualche amico: ho spammato qui, vuoi contribuire?

Sta alla nostra inventiva e capacità, poi, il creare messaggi che risultino più comunicativi o persuasivi di altri. Personalmente  non ritengo che l'insulto sia una cosa buona e neppure lecita. Distinguo sempre la persona dal comportamento. Non dò quindi a nessuno del criminale o dell'imbecille, ma dico ad esempio che quel comportamento è criminale o imbecille. E non fa una piega.

Molti penseranno che questa forma di attivismo sarebbe controproducente. Accetterò naturalmente le vostre critiche al riguardo, ma non sono d'accordo. Certo, se lo faccio da solo la cosa lascia il tempo che trova, ma se questo venisse agito da molti, in tempi e modalità sempre differenti, se i blogger gastronomici  (solo per fare l'esempio a me più caro) cominciassero ad essere invasi da messaggi di disgusto, di critica, di richiamo alla civiltà, chissà.

Inoltre questa è una forma di attivismo che può essere agita sfruttando quei minuti di noia in cui si vaga da un blog all'altro e da un sito all'altro senza ispirazione. Si possono preparare messaggi già pronti, da copiare e incollare. In un minuto si possono mollare tre o quattro schiaffoni etici nell'etere, e chissà che qualcuno non accusi il colpo.

Sapete come sono diventato vegano? Anni fa gestivo un sito dedicato al vegetarianesimo. Un giorno ricevetti una mail anonima. Una persona mi chiedeva perchè mai asserivo di amare tanto gli animali mentre allo stesso tempo mangiavo uova, latte e formaggio. Qualcuno in forma anonima mi stava confrontando, senza proferire insulti ma sbattendomi in quell'angolo della mia coscienza dove non volevo guardare. 
Tre secondi dopo ero vegano, e risposi a quella mail ringraziando.

Esistono verità che non sono discutibili. C'è poco da discutere quando un animale viene tenuto segregato, abusato, sfruttato e ucciso. Dobbiamo crescere di numero per poter pretendere che questa vergogna dell'umanità rimanga solo nei libri di storia. E per farlo possiamo usare ogni mezzo lecito. Spammare in sè è secondo me un atto situato ai confini del lecito, ma se fatto con intelligenza diventa in questo caso un gesto di amore e consapevolezza.

Noi non vogliamo vendere niente. Non ci viene un soldo in tasca. Agiamo per dare voce agli animali, noi siamo l'unica voce che gli animali possiedono. Quel poco o pochissimo che possiamo fare dobbiamo farlo.

Allora cari amici concludo questo mio post invitandovi a guardare questo spassosissimo video di Youtube, nel quale si vede come siano stati i Monty Python a dare vita al termine spam, termine che si riferisce in origine, guarda guarda, ad una marca americana di carne in scatola.





14 opmerkingen:

  1. Secondo me si può fare, ma non in maniera insultante, altrimenti si otterrebbe l'effetto contrario.
    Ad esempio, in un blog di cucina in cui magari viene descritto come si cucina il maialino o l'agnello, si potrebbe cercare di far capire come non vi sia differenza alcuna tra questi animali ed un cagnolino o un gatto. Nel mio ultimo post parlo proprio di questo, non so se hai letto, prendendo spunto da un cuoco inglese che ha suscitato tante polemiche perchè durante una trasmissione ha detto che mangiare cani e una bistecca è la stessa cosa. La gente inorridisce al solo pensiero di veder finire sul proprio piatto un cane o un gatto, ma non si fa nessuno scrupolo a portare a casa le cotolette d'agnello. Secondo me insistere su quanto invece si tratti di un orrore in entrambi i casi potrebbe far riflettere.

    Insomma, a seconda del post sotto cui si intende "spammare" bisogna pensare qualcosa ad hoc. L'efficacia di un messaggio dipende sempre dalla forma e dal contenuto dello stesso.
    Quindi bisogna pensare bene e ciò che si scrive. E poi educatamente, perché è più facile che così non si venga bannati.
    Lo so che è assurdo che noi si debba essere educati con persone che usano violenza, ma lo sostengo solo nell'interesse dell'accoglimento dei nostri commenti.
    Comunque sono d'accordo.
    Sai che sto pensando di farmi un tatuaggio sulla mano con su scritto qualche frase ad effetto? Tipo "stop killing animals!"
    Il dorso della mano è il punto del corpo più in vista (a parte il viso, ma il viso non mi va di rovinarlo con un tatuaggio), ogni volta che si dà la mano a qualcuno, che si paga nei negozi, si vedono sempre le mani. Sarebbe come andare in giro con un messaggio permanente. Se ti viene in mente qualche altra frase carina e d'effetto dimmela. :-D

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    1. Al solito carissima concordo con te in toto, infatti lo scrivo chiaro che l'insulto non lo reputo ammissibile. Più si è educati meglio è. Più si trova una frase giusta (per il tuo tatuaggio ci penserò, è una splendida idea anche se personalmente i tatuaggi non li amo)più si "rischia" di colpire. Ad esempio andando a guardare chi scrive il post sul maialino al forno: alcune dichiarano di essere mamme, e si può ad esempio far loro riflettere che un'altra mamma è stata uccisa o privata del suo cucciolo per quella "pietanza".

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    2. Infatti. Le donne in genere sono abbastanza sensibili sull'argomento "cuccioli" e "mamma".

      I tatuaggi a dire il vero non piacciono nemmeno a me, anzi, li detesto proprio, però in questo caso mi piace il "fine", ci sarebbe una motivazione validissima, avrebbe un senso ecco (non sarebbe il solito tatuaggio per "moda"). ;-)

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  2. Non volevo dirlo, però pure io li detesto. Però, per gli animali, lo farei...!

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    1. Proprio così, per gli animali. Avrebbe anche un significato sottile, visto che gli animali degli allevamenti purtroppo vengono tatuati. Così come sono stati tatuati gli Ebrei deportati nei lager. Ma in questo senso c'è un ribaltamento totale di significato: un tatuaggio per "liberare" e non per "rendere schiavi". Un tatuaggio che anzi si oppone alla schiavitù.
      L'idea mi è venuta perché ho visto che oggi molti ragazzi si tatuano delle frasi (prese da poesie famose, o di altro genere) e così ho pensato che potrebbe essere un modo per portare in giro un messaggio importante.

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    2. Mi sembra che il cantante Prince si sia fatto tatuare la parola "vegan", ma non trovo la conferma.
      Trovo però su google che bisogna stare attenti, in quanto la maggior parte degli inchiostri per tatuaggi pare contengano sostanze animali...!

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    3. Ah sì? Non sapevo che perfino nell'inchiostro ci fossero sostanze animali. Beh, in caso, se mi deciderò, mi informerò bene.
      Di Prince e del suo tatuaggio l'ho sentito dire anche io.

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    4. Pare invece che Beppe Grillo si sia fatto tatuare sulla spalla destra la scritta:" Quant'è bono l'abbacchio! "

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    5. No, era una battuta! Ma visto il tipo e le sue lodi alla carne non mi sorprenderebbe...

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    6. Ah, ecco. Non ho avuto difficoltà a credere che potesse essere vero proprio perché sono a conoscenza delle sue lodi sperticate alla carne (e poi si dichiara contro la caccia, una posizione davvero contraddittoria nel suo caso).

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  3. Ieri sera ho visto al TG3 un servizio sulle proteste davanti a Green Hill (tra parentesi mi ha fatto piacere che lo abbiano fatto, considerando, come tristemente sappiamo, quanto poco si portino in TV le tragedie degli animali). Gli attivisti hanno anche scavalcato le reti e hanno portato in salvo dei cuccioli di beagle.
    Io penso che queste azioni di forza siano l'unica soluzione. Non solo per i beagle, ovviamente, per TUTTI gli animali prigionieri. Possiamo tanto aspettare che i governi facciano leggi migliori, che i politici si diano da fare per gli animali...Temo che sia un po' l'ultimo dei loro problemi. Intanto milioni di animali vengono uccisi, giorno dopo giorno.
    Quindi secondo me l'unica cosa davvero efficace sarebbe agire. Certo, ci vuole coraggio anche per questo. Per la nostra società è un reato. Ma se si fosse ben organizzati, con sedi in ogni Paese... E' una cosa un po' utopica, mi rendo conto, però pensate quanti animali si potrebbero salvare...

    Non sapevo che Grillo fosse così "carnivoro"...un motivo in più per cui proprio mi irrita :-)

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    1. Martigot io appoggio il tuo pensiero al 100 per cento.

      A proposito di Grillo ecco una sua ormai famosa dichiarazione ufficiale:

      “Sono carnivoro, mi piace la carne, il prosciutto crudo, il salame, il lardo, la pancetta, l’osso buco, la carne cruda, lo zampone e il cotechino con le lenticchie. Mi piace la bistecca alla fiorentina, quella da sette etti netti più l’osso. Forse deluderò i vegetariani, ma non mi sento per niente in colpa. Mangiare carne fa parte della mia natura”

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    2. Mangiare carne fa parte della natura... degli stronzi.

      Ecco fatto!

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