vrijdag 7 maart 2014

Il Re Formaggio è un buon re.

Re Guglielmo Alessandro d'Olanda inaugura il museo del formaggio di Alkmaar.



Guglielmo Alessandro Nicola Giorgio Ferdinando di Orange-Nassau è re dei Paesi Bassi. Un signore della mia età un po' cicciottello e dall'aspetto gioviale salito al trono dopo l'abdicazione di mamma Beatrice circa un anno fa.

Il giorno della sua incoronazione, nonostante le proteste degli animalisti, decise di non rinunciare ad indossare un famoso mantello di ermellino di proprietà della famiglia reale.

Guglielmo d'Olanda con il mantello di ermellino.

Guglielmo non volle rinunciare a quel mantello, fatto con la pelliccia di chissà quante centinaia di poveri ermellini, e la sua motivazione fu il rispetto della tradizione.

Un ermellino. 

Credo siamo tutti d'accordo nel ritenere che uccidere e scuoiare centinaia di esseri meravigliosi quali sono gli ermellini sia un atto mostruoso, ma la tradizione esige il suo rispetto. Certo, quello era un mantello antico, ma il messaggio che il re Guglielmo dà alla sua nazione nel giorno della sua ascesa al trono è inequivocabile: le pellicce sono bellissime, degne di un re.

Nessuno si aspetta che Guglielmo possieda una sua etica personale. Anzi. Per un monarca, per un leader politico o religioso, avere un'etica personale è cosa poco consigliabile; in pratica è assolutamente fuori discussione.

Il leader politico, il capo carismatico di un popolo, il padre (o la madre) spirituale di una confessione religiosa ha bisogno di una sola cosa ed una soltanto: il consenso dell'opinione pubblica.

L'etica personale non esiste e non deve esistere. Se la maggioranza della popolazione ritiene che il formaggio sia buono, non ha nessuna importanza che il formaggio sia il prodotto della schiavitù e dell'abuso sugli animali. Il formaggio piace alla massa e quindi è buono. Il formaggio porta soldi all'economia, e quindi fa contenta la massa, e quindi è buono. Non ci possono nè devono al riguardo essere discussioni.

All'esterno del Museo del Formaggio di Alkmaar, dove il re Guglielmo ha presenziato all'inaugurazione, c'erano alcuni attivisti vegani, che hanno organizzato una bella manifestazione di protesta, offrendo formaggi fatti con la soia e dando informazioni sul perchè il latte (da cui deriva il formaggio) è causa di abuso e tortura ignobili nei confronti di mucche e vitelli

Re Guglielmo le alternative al formaggio con latte di mucca non le ha assaggiate, e non ha letto il materiale informativo. Non è quella roba da re o leader politici o spirituali. L'etica è una questione che appartiene semmai ai singoli cittadini o ai singoli fedeli. Solo nel caso in cui un numero sufficientemente cospicuo di cittadini o fedeli mostri sensibilità verso un tema etico, allora sì che il leader deve farlo proprio. Il consenso.

Ecco perchè un papa che assume il nome di un santo vegetariano, non ha problemi ad ammirare pubblicamente (nonchè mangiare) prosciutti e salami. San Francesco lo maledirebbe, se non peggio, ma la massa dei fedeli non vorrebbe mai rinunciare a mangiare salumi e bistecche.

La regola del consenso rende quindi ininfluente e risibile qualsiasi questione etica, anche la più macroscopica come quella del genocidio animale.

Cosa farebbe San Francesco a questo signore che usa il suo nome?

La massa ama il formaggio. Se le mucche vengono martoriate non importa.

La massa ama lo sport. Se i giochi olimpici invernali vengono organizzati da un paese che non rispetta i diritti umani non importa.

Guglielmo d'Olanda con moglie e primo ministro ai giochi invernali in Russia.

Guglielmo fa il suo lavoro e lo fa molto bene, così come Bergoglio. Sono persone che non possono permettersi di avere dei principi etici, in quanto rappresentanti di una massa di persone a cui l'etica non interessa. O meglio, in quanto dipendenti dal consenso di una massa di persone per la quale nulla importa se non il piacere della tavola e lo sport in televisione. 



zondag 2 maart 2014

Stuprare mucche è normale.



Se dici di essere vegetariano la gente quasi si intenerisce. Cogli sprazzi di umanità in volti così ferreamente controllati. Percepisci, per un attimo, attività cerebrali in aree del cranio di regola poco visitate. 

Quando dici di essere vegetariano si mettono spesso d'accordo tutti nel dire che sì, è una cosa bella, io non potrei mai, ma io carne non ne mangio molta, comunque complimenti.

Il vegetariano è un buono, romantico e gentile, una brava persona.

Se dici di essere vegano, e dopo aver spiegato di che si tratta, la gente si indurisce. Volti per un attimo incuriositi ad ascoltare qualcosa di nuovo automaticamente si irrigidiscono. Gli sguardi si fanno vitrei, le voci taglienti.

Quando dici di essere vegano si mettono spesso d'accordo tutti nel dire che ma, questo mi sembra un po' estremo, rinunciare al latte, e perchè, le mucche il latte lo devono pur fare.

Il vegano è un estremista, sciocco e ignorante, un tipo strano.

Poi non serve a nulla raccontare dello stupro sistematico delle mucche, del latte che era destinato ai vitelli, un latte alla razza umana assolutamente non necessario; raccontare delle urla, dello strazio dei vitelli strappati alle madri e portati al macello. Non serve a nulla. La comunicazione è stata interrotta.

Stuprare le mucche è normale. Rinunciare ai latticini è estremo.

Ed io che ci faccio, a questo mondo?